OROLOGIO SOLARE VERTICALE CON ORE BABILONICHE E ITALICHE
Nel passato sono stati utilizzati diversi tipi di "ore" per indicare il trascorrere del tempo.
I Babilonesi sono stati i primi a dividere il giorno in 24 ore di ugual durata, stabilendone l'inizio al momento del sorgere del Sole.
Tali ore possono essere rappresentate in una meridiana mediante linee dall'andamento insolito e che, a differenza delle linee orarie moderne, non confluiscono in nessun punto.
Tali ore e tali linee si chiamano appunto ore babiloniche, e sono state usate per lunghissimo tempo nei paesi di civiltà orientale e, nei secoli più recenti, anche in alcuni paesi dell'Europa, tanto da essere note anche come ore boeme.
Tali ore non sono da confondere con le ore dei Romani, come quelle usate nel Vangelo per descrivere la morte di Cristo. Entrambe hanno inizio con il sorgere del Sole ma l'analogia finisce qui; le ore romane infatti non solo sono di diversa durata ma anche variabile nel corso dell'anno.
A fianco delle ore babilonesi si è sviluppato il sistema delle ore italiche; anch'esse sono di durata uguale e dividono il giorno in 24 ore, ma si contano a partire dall'istante del tramonto (con alcune varianti che però tralasciamo).
Le ore italiche, come è evidente, prendono il nome dal nostro paese in cui sono state utilizzate praticamente fino ai primi del 1800.
I due sistemi evidentemente sono complementari, in quanto uno esprime la parte di giorno già trascorsa e l'altro la parte rimanente.
Linee orarie babiloniche
Linee orarie italiche
Le linee Italiche sono molto più spesso numerate al contrario, in modo che al tramonto l'ora indichi 0 anzichè 24. In questo modo le ore italiche indicano quante ore mancano al tramonto. Questa particolarità può essere utilizzata per posizionare una meridiana in luoghi ove si svolgono attività all'aperto (parchi, piccoli aereoporti, campi giochi, ecc.), in modo che si possa valutare quante ore di luce ancora restano e pianificare lo svolgimento di eventuali attività.
Non essendo strutturate a raggiera, lo gnomone tipico per queste ore è il cosiddetto ortostilo; uno stilo fissato perpendicolarmente alla parete. La lettura non sarà data dalla direzione dell'ombra ma esclusivamente dalla sua estremità, così come già accade per le curve zodiacali.
Ovviamente si può usare anche lo stilo polare, specialmente se le ore sono riportate su una meridiana tradizionale. In questo caso il punto di lettura sarà dato dall'estremità dell'ombra dello stilo, o da un suo punto particolare, come ad esempio una pallina fissata su di esso.
Un quadrante del genere assume però un aspetto eccessivamente complicato e di non facile lettura.L'applicazione sottostante calcola una meridiana tradizionale su parete verticale declinante, con ore babiloniche e italiche.
Osservando un quadrante completo si nota che l'insieme delle ore babiloniche ed italiche hanno delle caratteristiche interessanti.
Queste considerazioni possono essere utilizzate come metodo di controllo per verificare la correttezza delle linee tracciate.
- Le linee di entrambi i sistemi hanno un estremo sulla curva zodiacale del Solstizio estivo e l'altro sulla curva zodiacale del Solstizio invernale.
- La prima ora babilonica (ora zero) è disposta orizzontalmente in quanto, apparendo il Sole sull'orizzonte, l'ombra di un qualunque ortostilo è orizzontale e proiettata praticamente all'infinito.
- Lo stesso discorso vale per la linea oraria italica 24 (o zero), in quanto il Sole è al suo tramonto.
- Le linee babiloniche ed italiche si incontrano lungo la curva Equinoziale formando le coppie 4-16, 5-17, 6-18 e così via, con differenza 12. Questo perchè, essendo le ore di durata uguale ed essendo il periodo degli Equinozi in cui giorno e notte hanno la stessa durata, e quindi il giorno dura 12 ore, l'una è il complemento dell'altra.
- Da questa osservazione ne discende che, se le ore italiche sono numerate al contrario, negli altri punti di incontro la somma delle rispettive ore esprime la durata, in ore, della giornata.
- Le linee si incontano con le linee orarie tradizionali (quando quest'ultime non sono corrette per il fuso orario ma sono in tempo vero), e si incontrano pure negli spazi compresi tra le linee orarie, in corrispondenza delle mezz'ore.
- Si nota inoltre che i punti di incontro giacciono su linee curve dall'andamento simile alle curve zodiacali, che volendo potrebbero essere tracciate per tali punti ed aggiungersi a quelle preesistenti (se non si generasse ulteriore confusione grafica).
I dati per il tracciamento delle linee babiloniche ed italiche sono riportati in due tabelle.
In una i punti estremi di ogni linea oraria sono individuati mediante l'angolo rispetto alla verticale e la distanza rispetto allo stilo polare, così come normalmente si fa con le curve zodiacali.
In realtà, poichè i punti giacciono sulle curve solstiziali sarebbe sufficiente tracciare l'angolo e determinare il punto di incontro con la rispettive curve. La misura della distanza può essere usato come elemento di controllo.
Nell'altra tabella le posizioni dei punti estremi sono riportate in coordinate cartesiane sia rispetto al punto di muratura dello stilo polare che rispetto al piede dell'ortostilo.
I punti più estremi, a seconda dell'angolo di declinazione della parete, possono giacere a notevole distanza e quindi essere difficilmente se non addirittura impossibili da individuare.
Sulla schermata del computer le linee vengono comunque tracciate perche' il software riesce a gestire anche i punti al di fuori delllo schermo (cosa che non accadeva con i linguaggi di alcuni decenni fa).
In questo caso, una volta fissato il punto sulla curva sotiziale invernale, si può individuare un qualunque altro punto intermedio di coordinate Xi e Yi, mediante le semplici espressioni:
Xi=X1+(X2-X1)/K                       Yi=Y1+(Y2-Y1)/K
dove k è un numero intero a piacere da scegliere in funzione della lontananza del punto estremo. La scelta può essere fatta a tentativi. Una volta individuato il punto intermedio, lo si unisce con il primo punto e si ottiene la linea oraria "inaccessibile". La sua lunghezza non è determinata dalla posizione del punto intermedio, che è un solo ausilio per tracciare la linea, ma può essere stabilita a piacere in modo da armonizzarsi con le altre.A cura di F.Martinelli